Tutti i viaggi che ho fatto in giro per il mondo li ho fatti senza mai prenotare praticamente nulla con largo anticipo (talvolta senza proprio prenotare). Partivo in aereo, in treno, in auto e giorno per giorno, seguendo il mio itinerario, decidevo all’ultimo dove pernottare. Anche le escursioni, tutte all’ultimo. Per me, che viaggio da quando ho 18 anni alla scoperta del mondo, questo modo di viaggiare è un inno alla libertà. Ecco, in Islanda però c’è qualche differenza? Quale? Ve lo spiego subito.
Fino a un anno e mezzo fa, non importa quale stagione fosse, alta, media o bassa, era necessario organizzarsi con largo (o larghissimo) anticipo. Per darvi un’idea, tra voli, disponibilità delle strutture ricettive, escursioni, auto a nolo, servivano almeno 6 mesi di anticipo, talvolta anche un anno per viaggi estivi. A ridosso delle date di partenza non rimaneva praticamente nulla, tra prenotazioni di gruppi e agenzie di tutto il mondo (solitamente molto in anticipo rispetto ai privati), ma soprattutto la scarsa disponibilità di strutture in alcune aree, rendeva impossibile l’organizzazione anche con qualche mese di anticipo, cosa che in altre parti del mondo è assolutamente possibile.
L’altro giorno ho risposto a una ragazza sui social che chiedeva se fosse possibile per questa estate organizzarsi senza prenotare nulla in anticipo, se non il volo e l’auto e quindi girare l’Islanda decidendo, di giorno in giorno, dove dormire la sera o al massimo le due notti successive.
Questo modo di viaggiare, come vi dicevo, lo ritengo un inno alla libertà e lo conosco piuttosto bene, dato che in questo modo, sin da quando ho 18 anni, ho girato l’Europa in lungo e in largo, dalle Repubbliche Baltiche ai Balcani, dalla Spagna alla Bielorussia, sempre seguendo i miei itinerari e senza prenotare (praticamente) nulla, se non traghetti, auto a noleggio e al massimo la prima notte.
Purtroppo però, questo modo di viaggiare, in Islanda ve lo sconsiglio fortemente. E ora vi spiego il perché. Sono certo che vi sarà utile😉.
1. E se non ci fosse disponibilità di camere/strutture ricettive libere in zona?
Quando mi trovavo in altri Paesi poteva capitare che in questo o quel paesino non ci fosse posto in nessuna delle strutture. Poco male. Il paesino accanto, la prima cittadina nei paraggi risolveva sempre la situazione. In città, in territori densi a livello abitativo, funziona così. In Islanda però questo potrebbe non accadere (è altamente probabile che non accada), anche perché ci sono zone in cui “la prima cittadina nei paraggi” è magari a 80-100 km.
E se anche in quella cittadina/villaggio di pescatori non dovesse esserci posto? Be’ il rischio non è semplicemente quello di passare momenti di stress o dover fare ulteriori 80-100 km (totale quasi 200😮), magari fosse solo questo. Per un viaggiatore navigato questo sarebbe il minimo.
Il problema vero è che in quei 200 km potrebbero esserci – e sicuramente ci sono, ve lo anticipo – meraviglie che sarete costretti a saltare. E questa è, a mio avviso, la peggiore delle condanne. Potreste dover saltare zone intere d’Islanda che avevate sognato di vedere, o rischiare di rivedere quotidianamente il vostro itinerario. Non sarebbe un viaggio, ma un lavoro!
Un vero peccato perché in questa terra la libertà è quella di connettersi a questi silenzi, a perdersi tra le brughiere costellate di mirtilli selvatici, ascoltare e vivere il respiro dei ghiacciai e della terra, senza dover pensare alle prenotazioni, alle mail di conferma delle strutture, alla preoccupazione di perdersi ciò che, magari, renderebbe speciale il vostro viaggio.
2. E se le uniche camere disponibili costassero il doppio/triplo?
Magari disponibilità c’è. Specialmente quest’anno, per il quale cui non ci si aspetta – almeno per l’estate – un assalto all’Islanda (e questo a mio parere rappresenta un’occasione unica di visitare l’Islanda senza la ressa delle estati passate. Esattamente come era l’Islanda nel 2011, quando la visitai per la prima volta e sembrava che la maggior parte del mondo non conoscesse ancora bene le bellezze di questo angolo di mondo unico).
Ma oltre al fatto che pochi turisti non vuol dire più disponibilità – dato che molte strutture con cui sono in contatto sono indecise se aprire per quest’estate, proprio per evitare di dover andare in perdita – potrebbe essere che le camere rimaste siano tutt’altro che a buon mercato. Anzi, spesso le strutture si tengono qualche stanza da vendere all’ultimo, a chi ne ha estrema necessità e si sa come le leggi del mercato funzionano: quando piove gli ombrelli costano il doppio.
La camera che l’inverno precedente veniva venduta a Isk14.000-15.000, improvvisamente, la mattina stessa, costa magari 22.000, magari addirittura 30.000. Ma c’è sempre “la prima cittadina nei paraggi” che potrebbe salvarvi da questo sperpero inutile di soldi (che avreste potuto investire, ad esempio, in un’escursione, se vi foste organizzati in anticipo), o no?!
No. Perché con ogni probabilità, ammesso che lì ci sia disponibilità, valgono le stesse regole. L’ombrello, quindi, è sempre meglio comprarlo quando c’è il sole.
3. E se l’escursione sognata da anni fosse fully booked
Spesso le agenzie islandesi che propongono escursioni, salvo rare eccezioni tipo quelle che organizzano escursioni dalla capitale e che in questi anni si sono organizzate con parchi macchine da decine di bus e decine di partenze quotidiane, sono piccole realtà famigliari che organizzano un paio di escursioni al giorno. Non di più, magari per 10-12 persone, talvolta meno. Quei 20-24 fortunati, con ogni probabilità hanno prenotato con largo anticipo, perché così si fa e lo sanno in tutto il mondo.
Non prenotare con largo anticipo un’escursione vuol dire perciò rischiare di perdere la possibilità di vivere un’esperienza. E non è questione che “vabbè prenotiamo da un’altra parte”, perché magari vi troverete in un’area dove al momento i ghiacciai (ad esempio) sono dappertutto e allora potreste immaginate che – come nel resto del mondo d’altronde, come in tutti gli altri viaggi che avete fatto – centinaia di altre agenzie organizzino quell’escursione in motoslitta all’ora del tramonto su una delle lingue glaciali del ghiacciaio più grande d’Europa, e se non c’è posto qui “altri ne avranno sicuro”.
Purtroppo no. Perché tra 70-80 km, mentre raggiungerete la prossima destinazione, i ghiacciai saranno un ricordo e davanti a voi avrete placidi fiordi, graziosi villaggi di pescatori (l’Islanda cambia conformazione territoriale ogni manciata di km, praticamente, ed è sempre un mondo nuovo). Risultato? Anche l’escursione sognata per una vita, rimarrà sul groppone. Ed è un peccato, perché sarete lì e non è che in Islanda si vada proprio ogni anno.
Organizzarsi in anticipo di qualche mese è perciò l’unico modo per vivere un viaggio in piena libertà, concentrandosi solo sulle meraviglie, lasciandosi alle spalle non i ghiacciai per quell’escursione che avete sognato per anni, ma lo stress e l’insicurezza che sono nemici di questa terra. Del suo spirito e di ciò che la rende un posto unico al mondo.
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