Il nero e minaccioso arcipelago delle Isole Vestmann, Vestmannaeyjar (letteralmente, “isola degli uomini dell’ovest”, semplicemente “Eyjar” in islandese) è composto da 15 isole che hanno avuto origine da vulcani sottomarini circa 11.000 anni fa. Definita la Pompei del Nord per la spettacolare eruzione del 1973 a opera del vulcano Eldfell , l’arcipelago attira numerosi i turisti ogni anno per il fascino di questi luoghi popolati da pescatori e pulcinella. Avete già pensato di aggiungere questa tappa al vostro itinerario?
Il nostro consiglio è di farlo: pensate che solo l’isola Heimaey è abitata, parliamo di circa 4.500 abitanti prevalentemente occupati nel settore della pesca. Heimaey ha attraversato, nella storia, diversi periodi bui, sia per l’occupazione inglese del XV secolo che per le depredazioni da parte dei pirati algerini nel 1627. Questi ultimi catturarono 250 abitanti per renderli schiavi in Nord Africa: solo 27 di loro fecero ritorno. L’eruzione ha contribuito a rendere questo luogo travagliato, una sorta di reminiscenza del suo passato difficile come le sue condizioni di vita.
I dintorni di Heimaey sono animati dalla natura selvaggia, come nel caso di Elliðaey, l’isola la cui unica traccia umana è un capanno costruito negli anni Cinquanta che si staglia in mezzo al verde. La casa è una base per i cacciatori di Puffins che affollano l’isola. L’immagine di Elliðaey è in grado di trasportarci col pensiero verso le condizioni di vita di una popolazione che ha saputo abbracciare l’asprezza del territorio islandese, sopravvivendo alle difficoltà fino a renderla meta turistica oggi.
Perché visitare le isole Vestmann
L’arcipelago colpisce non solamente per il suo fascino solitario, ma anche perchè rappresenta un importante centro naturalistico e faunistico.
Alle Isole Vestmann si trova la colonia più grande d’Europa di Puffins, i pulcinella di mare simbolo di Islanda Insider. Questi animali nidificano nelle stagioni calde per poi trascorrere gli altri mesi in mare aperto, dove pescano immergendosi fino a 60 metri di profondità. Sono animali monogami, hanno cioè lo stesso partner tutta la vita, e non solo, anche la tana dove nidificano resta la stessa per tutta la vita e vi tornano periodicamente. I puffins sono visibili da aprile a fine agosto, e in particolare alle Vestmann si possono avvistare da una scogliera che è la più popolosa di questi esemplari, Fuglaskoðunarhús. Ci sono più possibilità di incontrarli all’alba e di sera, quando tornano dalla loro attività di pesca quotidiana.
Un altro valido motivo per visitare le isole Vestmann è il museo Eldheimar, che ospita una delle 400 abitazioni sotterrate dalle ceneri della storica eruzione. Ai visitatori viene anche chiesto di mettere le mani dentro la cenere per cercare oggetti abbandonati dalla popolazione, un’esperienza davvero commovente. Grazie ai filmati e alle ricostruzioni storiche, è possibile davvero immergersi nella vita degli abitanti del posto e comprenderne abitudini e costumi.
In queste isole islandesi troverete anche una sede del Sea Life Trust, centro di ricerca inglese dedicato alla fauna marina e in particola modo ai beluga, spettacolari cetacei che si possono avvistare nella stagione estiva con un’escursione in barca. Un’ottima sosta adatta anche ai bambini, per ripararsi dal maltempo e fare conoscenza dei puffins da vicino.
Come raggiungere le isole Vestmann
Salire su un traghetto per raggiungere queste isole dall’atmosfera scorsesiana è una scelta veloce (circa 30-40 minuti di tragitto) e anche decisamente suggestiva. I traghetti di linea Herjólfur vi permettono di imbarcare anche l’auto, così da potervi muovere liberamente una volta sbarcati. Vi sono solitamente sette partenze giornaliere in entrambi i sensi, andata e ritorno, dal porto di imbarco principale dall’Islanda che si trova a Landeyjahöfn, a due ore da Reykjavik.
L’altra opzione è quella aerea, con voli domestici operati dalla compagnia EagleAir due volte a settimana, più frequenti nel periodo estivo. Partono da Reykjavik e il volo dura 30 minuti.