Perché visitare l’Islanda? Per lo spettacolo della Natura, per l’aurora boreale, per gli iceberg di Jökulsárlón, per le foto che hai visto su Instagram, per l’offerta dei voli, per quel richiamo unico che da anni ti spinge a pensare “un giorno ci andrò!”, e per molte altre ragioni. Certo. Ma ci sono altri motivi che sicuramente non hai considerato, che rendono questa destinazione ancora più spettacolare di quanto tu possa immaginare. Perciò prima di acquistare il volo o preparare le valigie, considera anchttps://www.islandainsider.it/aurora-boreale-d-estate/he queste meraviglie, prepara l’anima per ciò che troverai! Scopri i 5 motivi per visitare l’Islanda.
1. Il silenzio e l’infinito del cielo
Il silenzio islandese è qualcosa di incredibile. Non l’avevo considerato, prima di partire la prima volta. Certo, sapevo dell’assenza grandi città, la scarsa densità abitativa, la bassissima antropizzazione, e quindi non immaginavo un luogo disturbato. Ma il silenzio islandese non è semplicemente assenza di suono, è molto ma molto di più. Un giorno mi trovavo nel centro dell’Islanda, nella regione degli Altipiani interni, dove non esiste vita, dove non ci sono strade se non percorsi sterrati che attraversano distese dominate da ghiacciai e sembra di essere su un pianeta lontano.
Dove la presenza e i segni dell’uomo sono totalmente inesistenti. Lungo la strada mi sono fermato per sgranchire le gambe intorno al lago Kvíslavatn, tra i grandi ghiacciai Hofsjökull e Vatnajökull, il più grande d’Europa. In quel momento, appena sceso dalla mia macchina, ho sentito un suono che non avevo mai sentito: le orecchie come ovattate, un silenzio che mi faceva sentire i battiti del mio cuore; una specie di disorientamento temporale e spaziale. Intorno a me il nulla, che tuttavia rispondeva alla domanda che mi avrebbero fatto in tanti poi: “Nicolò, perché visitare l’Islanda?“.
Ero io, la mia anima e il mondo. Quel giorno tornai a casa e annotai:
“L’Islanda è un museo senza tempo, eterno, in cui l’opera più bella è il nulla, madre di tutte le solitudini, e il silenzio è la sua colonna sonora“
che poi ho inserito nel mio libro Il viaggio di Sisifo.
Quel silenzio non si sente solo nelle regioni remote, ma basta uscire dalla capitale per sentirlo.
E poi il cielo. E’ ovunque, onnipresente. Anche questo non lo avevo considerato, semplicemente perché non sappiamo più cosa vuol dire sentire il cielo sopra di noi, girarci e trovarlo sempre lì, senza che un edificio, un orizzonte urbano, ma anche una montagna, lo nasconda o ne interrompa le infinite geometrie. In Islanda le montagne sono generalmente basse e con forme addolcite dall’attività erosiva dei ghiacciai che un tempo le ricoprivano. Perciò ovunque ti trovi, il cielo è lì, davanti, dietro, accanto e dentro di te.
2. L’Islanda ti cambia la vita
Non so perché accade. O forse sì. Ma so che accade, e ve lo posso assicurare. Non solo per la mia esperienza, che al richiamo di questa terra ho risposto costruendo praticamente un camper con le mie mani, ormai 10 anni fa, partendo da Milano e raggiungendo questa isola ai confini del mondo; e la mia vita da quei giorni è diventata un tutt’uno con questa Terra e il richiamo di questi profumi, di questi colori, di questo silenzio, è ogni volta irresistibile. Chiedete a chi c’è già stato, al cospetto di queste meraviglie; sicuramente vi parlerà di mal d’Islanda, ovvero quella strana sensazione che crea un pre e un dopo nelle vite: da questa terra non si torna mai gli stessi.
Questo, tra i 5 motivi per visitare l’Islanda, è quello più importante. L’Islanda, più di qualsiasi altro luogo del pianeta, ti fa tornare alle origini, ti educa alla tua condizione di ospite, di passeggero, di granello minuscolo e indifeso in balia dei venti dell’esistenza, che nelle nostre vite urbane e post-moderne ci illudiamo di poterli controllare, di tenerli a bada. E invece siamo sempre quella cosa lì, anche se ci siamo dimenticati. Dall’Amazzonia all’Oceania, da Capo di Buona Speranza alla Patagonia. E qui lo impari davvero, impari ciò che siamo e ciò che conta davvero, e di conseguenza ciò che non siamo e ciò che non conta. Minuscolo granelli di sabbia in balia degli elementi. L’Islanda, come dico sempre, non è una destinazione, ma una condizione dell’anima.
Siete pronti ad affrontare questo viaggio dentro di voi?
3. I più spettacolari fenomeni geologici del mondo, in un solo viaggio
Geyser, aurore boreali, vulcani, ghiacciai, particolari conformazioni laviche, pseudo-crateri, laghi craterici, vulcani subglaciali, canyon basaltici, gole, deserti vulcanici, fiumi glaciali, possenti cascate, spiagge di sabbia nera vulcanica, iceberg etc. etc. Insomma in Islanda è possibile assistere a meraviglie geologiche che, altrimenti, occorrerebbe fare infiniti viaggi intorno al mondo: dai geyser del Parco Nazionale di Yellowston negli USA agli iceberg della Groenlandia, dal Perito Moreno in Patagonia ai vulcani dell’Indonesia, dalle Cascate Victoria lungo il corso dello Zambesi nel continente africano fino alle spiagge di sabbia nera vulcanica delle Hawaii e molto altro ancora.
Insomma, in Islanda troverete tutto ciò in un solo viaggio, il tutto concentrato in un solo territorio: il paradiso per gli appassionati di geologia e per chi vuole vedere le meraviglie naturali della Terra. Inoltre l’Islanda, essendo un tratto di Dorsale Medio Atlantica emersa, ovvero la più lunga catena montuosa al mondo situata tra le due placche tettoniche (quella americana e quella eurasiatica) che qui abbandona i fondali marini per emergere in superficie, in Islanda è possibile assistere a fenomeni geologici unici al mondo, come ad esempio camminare tra le fratture delle placche tettoniche.
L’Islanda non è semplicemente un posto dove la natura è bellissima, ma un luogo dove oltre alla bellezza troverete fenomeni geologici che altrimenti richiederebbero tantissimi viaggi. Ci avevate mai pensato?
4. Una terra per esploratori (e ricchi)
Dalla sua colonizzazione a oggi, l’Islanda è sempre stata un angolo di mondo totalmente isolato. Poterlo raggiungere è sempre stato molto difficile e senza andare troppo indietro nel tempo, ovvero fino a 100 anni fa, agli inizi del ‘900, l’Islanda era una destinazione ad esclusiva di esploratori. Non ci si poteva arrivare facilmente, il Paese non era strutturato per accogliere viaggiatori e la visita richiedeva una preparazione – e un dispendio di soldi – che la rendevano una meta piuttosto impervia.
Ma anche se andiamo a 20-30 anni fa, per tutti gli anni ’90 e fino all’inizio del nuovo millennio, arrivare in Islanda costava tantissimo. Un volo a/r dall’Italia poteva costare fino all’equivalente di 5.000-6.000 euro odierni, il che la rendeva una meta esclusiva, non più solo per esploratori, ma anche per pochi ricchi, magari anche del tutto impreparati ad affrontare un viaggio del genere. Ma ricchi.
Che l’Islanda sia un luogo molto più accessibile e che tutta questa meraviglia sia godibile è una novità assoluta, di pochissimi anni. Meno di 10. Oggi non solo gli esploratori, non solo i ricchissimi, possono visitare questa terra. Ciò non vuol dire che sia un luogo semplice e nemmeno a buon mercato, l’Islanda non è una meta come le altre e un viaggio in Islanda richiede una preparazione, un’attenzione e un dispendio economico non da poco, ma con impegno, attenzione e rispetto per questa terra oggi si può godere di questa meraviglia, attraverso viaggi più o meno avventurosi, più o meno da esploratori, che per molti secoli occupava le biografie e l’immaginario di pochi eletti.
Essere qui, raggiungere questo angolo di mondo, non è cosa scontata e non lo è mai stato. Rispetta questa terra.
5. Gli islandesi e la loro cultura
Per più di mille anni, ovvero per tutta la sua storia praticamente, l’Islanda è stata una casa estremamente inospitale e inadatta alla vita umana. Gli islandesi hanno dovuto combattere contro ogni elemento e contro la Natura: il fuoco, il ghiaccio e l’acqua, il buio, le temperature, i venti e le tempeste, l’infertilità del terreno, l’isolamento col resto del mondo, l’imprevedibilità del mare. Vivevano fino a pochi decenni fa in case di torba e pietra; il legno era anch’esso un regalo del mare, di riporto, materiale di scarsissima qualità. Oggi non è più così e ci immaginiamo l’Islanda un Paese ricco, estremamente moderno, tralasciando lo sforzo che ha forgiato di generazione in generazione, l’anima di questa gente. Eppure sono resistiti e sono ancora qui.
Contro ogni aspettativa e previsione. Anzi, questa continua battaglia contro tutto ciò – ed è ciò che mi ha sempre affascinato ed è il motivo per cui amo questo popolo unico – gli islandesi l’hanno compiuta ponendo gli aspetti creativi e migliori dell’umanità prima di tutto. Nonostante tutto. Hanno risposto al mondo creando: dalle saghe, che non sono produzioni di interesse nazionale ma internazionale sebbene tuttavia nella nostra cultura non gli si riconosca la giusta importanza (Borges diceva che furono proprio gli islandesi, attraverso le saghe, ad inventare il romanzo moderno, enfatizzando l’importanza di una certa narrazione antico-nordica nella cultura contemporanea occidentale) fino alla produzione letteraria contemporanea (e non mi riferisco solo al premio Nobel Halldór Laxness, ma a moltissimi altri autori ben conosciuti anche in Italia), passando per la musica e il cinema. L’arte come risposta alle contraddizioni e alle fatiche del mondo, è il principio alla base di questo popolo resiliente per necessità.
E tutto ciò si respira nell’aria frizzante di Reykjavík, città artistica e cosmopolita, ma anche nello spirito di Akureyri e nel resto dell’Islanda, anche nelle zone rurali (ricordo quella volta che cantai un brano con un musicista bravissimo, nella zona di Hella e scoprii che non era un musicista di professione ma un contadino a tempo pieno) e ogni volta che si parla con gli islandesi, la maggior parte dei quali (certo non tutti, ovviamente) sono persone che hanno estremo senso del gusto e uno spirito unico, in grado di rispondere all’imprevedibilità e alle contraddizioni del mondo senza grandi ansie. Hanno imparato bene che non tutto dipende da noi stessi, che un giorno un vulcano può eruttare senza troppo preavviso, una tempesta bloccarci in casa, allungare le distanze tra gli uomini e che per essere felici, la vita va presa anzitutto per come viene.
þetta reddast, si dice qui, ovvero “alla fine, si sistemerà tutto”. Ed è un grande insegnamento, l’ennesimo di questa terra che ti entra nell’anima, per sempre!
Che spettacolo! Ho sempre più voglia di andarci
Eh sì, Luisa, è davvero un posto speciale!
Non vedo l ora di partire! Solo l’ articolo mi ha fatto venire la pelle d’oca 🤩
💓