State pensando di trascorrere il Natale in Islanda? Le differenze tra il Natale islandese e quello italiano sono moltissime: dalla durata (ben 26 giorni in Islanda) a ciò che si mette in tavola, passando per il numero di “babbi Natale”. Ci sono cose che potrete vedere, fare e vivere soltanto qui. Quali? Ecco un elenco di quelle più affascinanti per me…
5. Aspettare non solo un babbo Natale ma… ben 13!
Dimenticate il babbo Natale tutto barba e bontà che da Rovaniemi ferma il tempo, prepara le renne e compie il giro del mondo per portare i regali a tutti i bambini del globo. In Islanda i “babbi Natale” sono 13, innanzitutto, e sebbene la loro figura venga sempre più edulcorata e trasformata in senso positivo per non rovinare le feste ai bambini, per il folklore islandese gli jólasveinar (i ragazzi del Natale) non sono affatto dei tipi raccomandabili! Figli della gigantessa Grýla e di Leppalúdi, i quali vivono sulle montagne e scendono in città per rapire e mangiare i bambini, questi 13 fratelli inizialmente venivano narrati in modo terrificante, fino a che il poeta Jóhannes úr Kötlum, negli anni ’30 del Novecento, non decise di descriverli uno per uno, catalogandoli, assegnando a ognuno di essi una caratteristica precisa, che sostituì il terrore con il (più socialmente e pedagogicamente accettabile) dispetto. Prima di questa interferenza poetica i “ragazzi del Natale” erano sempre diversi, a seconda delle leggende locali, ed erano capaci di atti deplorevoli (per dirvi, uno dei ragazzi era il cosiddetto Sbattitore di polmoni, il quale picchiava i bambini coi propri polmoni, che gli uscivano dal petto… non proprio un’immagine natalizia e di festa!). Oggi i bambini sanno che ogni notte, a partire dalla notte fra il 12 e il 13 dicembre e fino al 24, uno jólasveinn scende dalla montagna per fare un dispetto (ma anche per lasciare un regalino…). Poi uno per uno ripartono per rifugiarsi nelle montagne dal 25 in poi, fino al 6 gennaio, chiudendo le feste. C’è quello che sbatte le porte, quello che ruba lo Skyr, quello che ruba le candele per mangiarsele, e molti altri; i bambini lasciano una scarpa sul davanzale, nella quale, se sono stati bravi gli jólasveinar gli lasceranno un regalino, altrimenti… una patata!
4. Dove inizia e finisce il cielo? Perdersi tra le costellazioni di Luci dell’Avvento
Quando penso al Natale in Islanda è una l’immagine che subito mi occupa la mente e mi dona una sensazione di pace e di pura magia: la differenza fra il cielo e la terra, qui, non esiste più. Il cielo “cade” e viene all’altezza degli uomini, li raggiunge. Le città e i villaggi, nel buio della notte, si spengono e assumono le sembianze di un infinito cielo stellato, tutto umano e culturale, fatto di costellazioni di finestre illuminate dalle luci dell’Avvento. In islandese Aðventuljós, sono candelabri simili alla Menorah della tradizione ebraica e vengono utilizzati in tutto il Nord Europa, posti sui davanzali nel periodo dell’Avvento (già da inizio dicembre). Per sentire questo calore è sufficiente fare una passeggiata. Uno spettacolo che scalda il cuore e nutre l’anima delle migliori energie!
3. Confondere gli addobbi natalizi esterni con opere d’arte
Avete tirato fuori le luci per l’albero? Avete addobbato la ringhiera del balcone con le luci esterne? Da veri professionisti, magari, avete anche il babbo Natale illuminato che si arrampica e addirittura la renna appesa al davanzale. Bene. Nel vostro palazzo sarete sicuramente i più “natalizi”, ma fatemi dire che rispetto agli standard islandesi, questo è nulla. La sobrietà resiste entro i confini di Reykjavík, ma appena ci si sposta nei villaggi, dove scompaiono i palazzi e trionfano le case indipendenti, è uno spettacolo incredibile! I vicini fanno la gara a chi ha le migliori luci, trasformando gli esterni delle case in vere e proprie opere d’arte: gigantografie di renne illuminate, babbi Natale appoggiati agli alberi, luci dai mille effetti e colori che seguono centimetro per centimetro la superficie del tetto, i muri esterni, le finestre, le ringhiere, ma anche gli alberi e i cespugli. Esistono vere e proprie competizioni, come il concorso Ljósahús Reykjanesbjæar, in cui si premia la casa meglio addobbata con le luci di Natale dei comuni della penisola di Reykjanes. Immaginate la scena, sotto una nevicata, col rumore dell’Atlantico a distanza. Il Natale in Islanda è pura magia che va vissuta!
2. Rimpiangere la nonna italiana che ti chiede “Amore cosa ti preparo per Natale?”
A differenza dell’Italia, il Natale in Islanda si festeggia anche il giorno antecedente la vigilia (Aðfangadagur in islandese). Il 23 dicembre è il giorno di San Torlaco, Þorláksmessa, celebrazione dedicata a Þorlákr Þórhallsson, vescovo di Skálholt, canonizzato ufficialmente e dichiarato patrono d’Islanda da papa Giovanni Paolo II nel 1984. Per gli islandesi è il giorno della decorazione dell’albero di Natale e dello shopping sfrenato dell’ultimo minuto. Il 23 la maggior parte dei negozi chiude più tardi, alcuni addirittura non prima di mezzanotte! Ma è soprattutto il giorno degli orrori da gustare, nella versione natalizia (non potevano mancare!). Per tradizione si mangia un piatto che in pochi conoscono ma che purtroppo, lo ricordo ancora, provai sulla mia pelle (sarebbe meglio dire nelle mie narici o nel mio stomaco…) durante il Natale del 2017, in cui mi trovavo ospite di amici ad Akureyri. La mattina del 23 le strade della cittadina furono colonizzate da un odore fortemente acre, di ammoniaca e pesce marcio, tanto forte che pensavo si trattasse di odori giunti dal vicino porto. Entrato in casa lo stesso odore fu proiettato all’ennesima potenza. La nonna dei miei amici mi disse, fiera: “Oggi si mangia qualcosa di speciale: kæst skata!”. Skata, un pesce simile alla razza, ma della stessa famiglia dello squalo, in versione anch’essa “putrefatta”, che con il famigerato squalo marcio condivide una carne dal forte odore di ammoniaca. In realtà, servita con le patate, non era nemmeno così male (certo, non è tra le bontà indiscutibili della cucina natalizia islandese, quali l’hangikjöt, l’agnello affumicato o il laufabrauð, i tradizionali dischetti di pane fritto decorati a tema natalizio, due capolavori della cucina tradizionale islandese), però il mio pensiero giunse a mia nonna, la quale ogni anno, settimane (se non mesi) prima di Natale mi chiedeva cosa avrei voluto per la cena della vigilia o per il pranzo del 25. Ecco, tra tutti i desideri non avrei mai e poi mai potuto dire, nemmeno sotto effetto di sostanze psicotrope: “Nonna, ti prego, fammi la razza putrefatta con le patate!“. In Islanda sì (secondo un sondaggio del 2013 ben 100.000 islandesi dichiarano di consumarla il 23), ed è un meraviglioso omaggio alle tradizioni e al passato, ai tempi difficili che furono, un’ode alla tenacia di questo popolo che contro ogni aspettativa ha saputo sopravvivere e arrivare ai giorni nostri (che poi, giù un bicchiere di brennivín e passa tutto!). Nel periodo natalizio la servono anche alcuni ristoranti della capitale.
1. Aprire i regali sotto l’aurora boreale!
Il 21 dicembre, il solstizio d’inverno, è il giorno più buio dell’anno. I giorni che ruotano attorno al Natale sono da sempre per gli islandesi, innanzitutto, i giorni in cui l’inverno dimostra il suo dominio sull’anima degli uomini, raggiunge il suo apice e la promessa della luce pone le sua fondamenta. Ciò che si celebra, più che la nascita di Gesù, è la luce che verrà, poiché da questo momento in poi le giornate si allungheranno e il peggio sarà alle spalle. Ma inverno, buio e luci sono tre concetti che subito ci riportano a un fenomeno, spettacolo degli spettacoli, meraviglia delle meraviglie: l’aurora boreale! Ebbene sì, questa è la stagione perfetta per vedere la dama verde danzare e c’è una differenza tra il Natale islandese e quello italiano che solo a pensarci, vengono i brividi dalla bellezza: immaginate di trovarvi in salotto, dopo la cena della Vigilia, nel calore della vostra casa islandese che profuma di Natale; dalle enormi finestre si scorge il paesaggio innevato, le casette colorate illuminano dolcemente la notte, il silenzio è la colonna sonora perfetta per momenti come questo. A un certo punto alzate lo sguardo e vi rendete conto che l’aurora boreale sta danzando in cielo. La magia del Natale in Islanda è servita e la festa della luce viene sigillata da questo commovente spettacolo del cielo!
Gleðileg jól! Buon Natale!